Iniziano il 30 Gennaio e si concluderanno il 13 novembre , la serie di Eventi che AIO ha desiderato dedicare a Dante Alighieri, nella ricorrenza del Suo settecentesimo anniversario dalla Sua morte.

È vero che da Dantisti a Dentisti il passo è breve, ma per chiunque voglia approfondire questa solo apparente paronomasia e cercare un rapporto più stretto tra Dante e Denti, occorre ricordare che in fondo il Poeta era membro della Corporazione dei Medici e degli Speziali.
È noto che il Sommo Poeta nella Divina Commedia usa spesso immagini forti, attingendo anche al nostro apparato stomatognatico, ben oltre la famosa scena del conte Ugolino. Tali immagini sono già state peraltro, messe in evidenza ed enumerate da un lavoro recente, ed è facilmente comprensibile che una personalità risoluta come quella di Dante facesse ricorso sovente a rappresentazioni a tinte forti, ad espressioni di minaccia e di ferocia che ogni essere mostra quando dispone di una efficace struttura dento-parodontale e muscolo-scheletrica.

Dante Alighieri non fu solo Sommo Poeta ma anche figlio del suo tempo, protagonista nelle responsabilità politiche e amministrative del Comune come pure negli schieramenti militari. Fu Priore del Governo di Popolo, cittadino del sesto San Piero ed in quota alla Corporazione Medici e Speziali.

Dalla sua profonda e complessa umanità Noi dell’AIO abbiamo voluto trarre tre insegnamenti, ai quali dedicare il nuovo programma culturale 2021:
– la figura del Maestro, paradigma di conoscenza intesa come eredità e trasmissione del sapere;
– l’alta considerazione del lavoro, fonte di merito per l’individuo e responsabilità sociale;
– l’impegno politico, come partecipazione e condivisione;

Molti sono gli aspetti della cultura e la storia stessa del Bel Paese che la visione del mondo, del lavoro e dell’impegno politico di Dante hanno contribuito, quasi profeticamente a plasmare.
Anche noi, in piccolo, abbiamo voluto riprendere da Lui, qualcosa di modernissimo e di attuale, a nostro uso e consumo.
Non a caso nei mesi delle celebrazioni Dantesche, nonostante la triste congiuntura, abbiamo programmato una serie di convegni dedicati, ognuno, alla figura dei nostri Maestri.
È proprio nei primissimi versi della Divina Commedia, da giovane adulto qual era, che Dante si ritrova smarrito, nella selva aspra e forte, riflesso della sua personale inquietudine, e proprio quando inizia a credere che il peggio sia passato che arretra nel panico alla vista delle tre fiere, la lonza, il leone e la lupa, allegoria dei classici ‘impedimenta’ teologici. Per fortuna apparirà Virgilio, il Maestro, e tutto si risolve, e difatti nei versi che seguono, viene presentato il ‘palinsesto’ del Poema, discesa agli Inferi, poi il Purgatorio, e infine, previo avvicendamento con Beatrice e per intercessione celeste, il Paradiso.

Il Maestro, termine aulico, regge l’allievo, il discepolo, e rappresenta non tanto la sola conoscenza, quanto piuttosto la trasmissione di essa. Dante inoltre, si pronuncerà con molte riserve, su coloro che trasmettono il sapere a scopo di lucro, poiché la conoscenza non è una proprietà, ma un bene comune.
E ancora, di Dante è attuale la visione del lavoro e delle capacità di chi virtuosamente vi si adopera come artefice, sia con la parola che con i numeri e con le mani. Il merito è dato a ciascuno in ragione del proprio impegno, e non viene in capo alla famiglia o al casato.

Dunque, cari colleghi,
la complessità di ogni sistema presume l’impegno di ciascuno di noi, al quale non è concesso sottrarsi e pertanto, a meno di non voler finire giù di sotto fra gli Ignavi…

Auguriamo Buona Formazione

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